Effetto di GM-CSF sulla prevenzione e trattamento delle infezioni fungine invasive nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali
Uno studio clinico di fase IV, multicentrico, ha valutato l'efficacia di una terapia profilattica con fattore stimolante le colonie di granulociti e di macrofagi ( GM-CSF ) nel ridurre l'incidenza di infezioni fungine invasive nei pazienti con neutropenia in seguito a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche.
Un totale di 206 pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche sono stati randomizzati a ricevere iniezioni sottocutanee di fattore GM-CSF ( da 5 a 7 mg/kg al giorno ), fattore stimolante le colonie di granulociti ( G-CSF, da 5 a 7 mg/kg al giorno ) oppure di una combinazione di G-CSF e GM-CSF ( ciascuno a una dose compresa fra i 2 e 3 mg/kg al giorno ).
Il trattamento ha avuto inizio il quinto giorno dopo il trapianto ed è stato continuato fino a quando la conta assoluta dei neutrofili si è mantenuta superiore o uguale a 1.5 x 10(9)/L per due giorni consecutivi.
Endpoint primari dello studio erano l'incidenza a 100 giorni di infezioni fungine invasive ( sia probabili che accertate ) e il tasso di risposta al trattamento antimicotico.
L'analisi dei dati relativi alla popolazione intent-to-treat non ha evidenziato alcuna differenza significativa nella incidenza a 100 giorni di infezioni fungine invasive probabili e accertate fra i tre gruppi di pazienti.
A partire dal ventiduesimo giorno, la risposta al trattamento antifungino è risultata essere migliore nel gruppo di pazienti trattato con GM-CSF e nel gruppo trattato con GM-CSF in combinazione con G-CSF rispetto al gruppo trattato con solo G-CSF ( P = 0.009 ).
La mortalità cumulativa a 100 giorni dal trapianto è risultata essere più bassa nel gruppo trattato con GM-CSF rispetto al gruppo trattato con G-CSF ( 10.3% versus 24.6%, rispettivamente; P = 0.037 ).
Il gruppo di pazienti trattati con GM-CSF e il gruppo trattato con GM-CSF in combinazione con G-CSF hanno mostrato una mortalità trapianto-correlata significativamente inferiore rispetto al gruppo trattato con solo G-CSF ( 8.8% e 8.7% vs 21.7%, rispettivamente; P = 0.034 ).
Dopo un follow-up mediano di 600 giorni, la mortalità correlata a infezioni fungine invasive è risultata inferiore nei gruppi di pazienti trattati con GM-CSF e con GM-CSF in combinazione con G-CSF rispetto al gruppo di pazienti trattato con solo G-CSF ( 1.47% e 1.45% vs 11.59%, rispettivamente; P = 0.016 ).
Fra i tre gruppi di pazienti non sono infine emerse differenze significative per quanto riguarda lo sviluppo di recidiva, malattia da rigetto o la mortalità in seguito a emorragia.
In conclusione, nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche, il trattamento profilattico con GM-CSF è risultato associato a una diminuzione della mortalità trapianto-correlata a 100 giorni, della mortalità cumulativa a 100 giorni e della mortalità a 600 giorni correlata a infezioni fungine invasive, rispetto al trattamento con G-CSF. ( Xagena2015 )
Wan L et al, J Clin Oncol 2015; 34: 3999-4006
Onco2015 Emo2015 Inf2015 Farma2015
Indietro
Altri articoli
Mantenimento con Sorafenib dopo trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche nei pazienti con leucemia mieloide acuta FLT3-ITD
Uno studio di fase 3 in aperto, multicentrico, randomizzato ha dimostrato che il mantenimento con Sorafenib ( Nexavar ) dopo...
Il trapianto allogenico di cellule ematopoietiche migliora l’esito della sindrome mielodisplastica nei sottogruppi genetici ad alto rischio: analisi genetica del Blood and Marrow Transplant Clinical Trials Network 1102 Study
Il trapianto allogenico di cellule ematopoietiche ( HCT ) nei pazienti con sindrome mielodisplastica ( MDS ) migliora la sopravvivenza...
Diversità del microbiota intestinale prima del trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche come predittore di mortalità nei bambini
La correlazione esistente tra diversità del microbiota intestinale e sopravvivenza dopo trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche ( allo-HSCT )...
Prevymis a base di Letermovir per la prevenzione della malattia causata da citomegalovirus negli adulti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche o a trapianto di rene
Prevymis, il cui principio attivo è Letermovir, è un medicinale antivirale utilizzato per la prevenzione della malattia causata da citomegalovirus...
Associazione tra funzione primaria del trapianto ed esiti a 5 anni del trapianto allogenico di isole nel diabete di tipo 1
Il trapianto allogenico di isole è una terapia validata nel diabete di tipo 1; tuttavia, nel tempo vi è un...
Enasidenib come mantenimento dopo trapianto allogenico di cellule ematopoietiche per neoplasie mieloidi con mutazione IDH2
Le mutazioni IDH2 ( isocitrato deidrogenasi 2 ) si verificano in circa il 15% dei pazienti con leucemia mieloide acuta...
La riattivazione del citomegalovirus dopo trapianto allogenico di cellule ematopoietiche è associata a un ridotto rischio di recidiva nella leucemia linfoblastica acuta
La riattivazione del citomegalovirus ( CMVR ) dopo trapianto di cellule ematopoietiche ( HCT ) allogenico è una complicanza frequente...
Pembrolizumab per il trattamento della recidiva della malattia dopo trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche
Un effetto del trapianto contro il tumore ( GVT ) fallito è un meccanismo comune di recidiva dopo il trapianto...
Trapianto allogenico di cellule emopoietiche versus chemioterapia di consolidamento standard nei pazienti con leucemia mieloide acuta a rischio intermedio
La strategia post-remissione ideale nella leucemia mieloide acuta ( AML ) a rischio intermedio nella prima remissione completa ( CR...
Trapianto allogenico nei linfomi cutanei a cellule T avanzati: studio CUTALLO
I linfomi cutanei a cellule T in stadio avanzato ( CTCL ) sono malattie rare, solitamente refrattarie e fatali. Le...